Famiglia: Labiatae
Altri nomi del Timo maggiore :
Tummu, tumetti, timi, erba salterella, timm, peerel, temu, tem, peparello, amorino, tuma, tumu, peperna, serapodda, timu, tumineddu, tumbu, arrigamu, erba pevera, piperella, sermollino selvatico, amorino, salaredda, peperna, sarapodda.
Descrizione:
Il timo maggiore è un suffrutice (ovvero, una pianta legnosa perenne i cui getti annui legnificano solo alla base e si seccano, dopo la fruttificazione, nella parte più alta per un tratto più o meno lungo), sempreverde e aghifoglie con crescita molto lenta, ed arriva ad una altezza di 20-60 cm con portamento cespuglioso e fusti ramificati che tendono a lignificare dopo 4-5 anni di vita. La forma biologica è camefita fruticosa (Ch frut), ma sono presenti anche altre forme biologiche come camefita suffruticosa (Ch suffr); sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un’altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). All’interno di queste piante sono presenti delle ghiandole essenziali (sono piante aromatiche).
Il timo ha foglie opposte, punteggiate, brevemente picciolate, con il margine arrotondato verso il basso, quasi sessili, lanceolate, di colore grigio verde, più chiaro nella pagina inferiore per la presenza di peli.
Sono presenti peli protettori abbondanti, tra cui quelli tipici ripiegati a ginocchio e peli secretori sessili di colore bruno giallastro con testa di 12 cellule.
L’apparato radicale è fascicolato e di consistenza legnosa.
I fiori sono piccoli, tubolari, di colore rosso violetto, raggruppati in spighe all’ascella delle foglie. Hanno calice vellutato, di forma tubulare e termina in due lobi, la corolla è bilabiata, con labbro superiore dritto e smarginato, l’inferiore trilobato, 4 stami didinami.
La fioritura si ha da giugno a settembre.
Il frutto del timo è un tetrachenio costituito da cocchi ovoidali.
Dove si trova:
Il timo è originario della regione mediterranea occidentale. Cresce spontaneo in tutta l’area mediterranea fino a 1500 m. Preferisce terreni calcarei e ben drenati. Vegeta bene nei luoghi soleggiati e non tollera inverni umidi e freddi.
Parti utilizzate:
Del timo si utilizzano le sommità fiorite fresche e le foglie (generalmente essiccate) da cui è possibile estrarre l’olio essenziale.
Tempo di raccolta e conservazione:
La raccolta del timo si esegue all’epoca della piena fioritura, se il prodotto è destinato alla distillazione, eseguendo una falciatura ad una altezza dal terreno di 5-10 cm, in modo da asportare il più possibile le foglie basali più ricche in olio essenziale.
Se il raccolto è rivolto all’utilizzo erboristico si preferisce intervenire all’inizio della fioritura in giugno-luglio, recidendo i fusti fiorali a 5-10 cm, al di sotto dei fiori.
Una buona coltura può fornire una resa annua di 5-6 t/ha di prodotto fresco.
La resa in secco è intorno al 35%.
La resa in olio essenziale della pianta intera fresca è dello 0.5-0.8%.
Il timo raggiunge il massimo della produzione al terzo anno di impianto.
Le sommità si essiccano all’ombra in un luogo ben aerato sopra a fogli in modo da raccogliere le parti che si staccano durante l’essiccazione.
Di queste piante si raccolgono sia le sommità fiorite che le foglie.
i rami di timo possono essere raccolti dalla primavera all’autunno. Possono essere conservati anche essiccati. Le piante di timo non sono molto longeve, e devono essere sostituite ogni 3-4 anni.
Nel corso del primo anno è bene procedere con cautela con la raccolta, per evitare di indebolire troppo la pianta.
La raccolta può avvenire in qualunque periodo dell’anno, secondo la necessità. Ma prima della fioritura o all’inizio della fioritura, le estremità dei rametti e le foglie sono più profumate.
Tagliare i rametti contribuirà alla ricrescita e renderà il cespuglio più denso e folto. I rametti non devono essere tagliati rasoterra, ma a 5 cm dal suolo, al mattino.
Dopo averli raccolti, legateli formando dei mazzetti
Come si coltiva:
L’impianto si esegue utilizzando in primavera talee o per divisione del cespo. La semina del timo, che può essere effettuata direttamente a pieno campo utilizzando 5-6 Kg/ha (ettaro) di semente, è pratica poco consueta per la piccola dimensione dei semi, che non consente una coltura uniforme.
È preferibile effettuare la semina in semenzaio a marzo, utilizzando 1 g di semi per m² di semenzaio; una superficie di 50-60 m² è sufficiente per produrre le piantine necessarie per un ettaro di coltura.
Il successivo trapianto si esegue in autunno, nei climi più miti, oppure all’inizio della primavera, in quelli più freddi. Si utilizzano le piantine alte 5-7 cm.
La disposizione delle piantine è a file distanziate 50-60 cm. La densità ottimale della coltura dovrebbe essere intorno alle 10 piante per m².
La coltura del timo dura 3-4 anni poiché la pianta tende a lignificare.
In vasi, in fioriere o in piena terra, il timo si trapianta in primavera: scegliete una posizione soleggiata e innaffiate regolarmente, senza esagerare.
Se lo coltivate in vaso, mescolate al terreno del compost e della sabbia. In fondo al vaso mettete della ghiaia per favorire il deflusso dell’acqua, disponete sulla ghiaia il terreno preparato in precedenza e appoggiatevi la pianta. Riempite il vaso di terra e innaffiate un po’. Ponete il vaso in una posizione soleggiata.
Se lo piantate in piena terra, mettete le piantine a una distanza di 20-30 cm l’una dall’altra, pressate il terreno intorno alle piantine e innaffiate senza inzuppare il terreno, poiché il timo non ama il ristagno di acqua. Piantare il timo nell’orto è molto utile poiché tiene lontani insetti nocivi e parassiti.
Il timo non ha bisogno di cure: può resistere sia al caldo sia al freddo, e teme soltanto la troppa umidità. Ma si consiglia di eliminare le erbe infestanti che minaccerebbero la pianta, e i rametti secchi o danneggiati per evitare la propagazione delle malattie.
Soprattutto nei climi freddi e umidi, le piante devono essere rinnovate periodicamente (ogni 3-4 anni) per evitare che diventino legnose, e le foglie perdano l’aroma tipico
Principi attivi:
Fra i principali costituenti o chimici del timo, ricordiamo:
Olio essenziale i cui componenti principali sono il timolo, il p-cimene , il carvacrolo, il gamma-terpinene, il borneolo e il linalolo;
Flavonoidi, fra i quali ritroviamo la luteolina, l’apigenina, la naringenina, ecc.
Derivati dell’acido caffeico;
Triterpeni.
Proprietà:
Erboristico e Fitoterapico: l’infuso è rimedio contro raffreddore, tosse e affezioni catarrali dell’apparato respiratorio. Viene usato contro le fermentazioni intestinali e i disturbi digestivi.
Decotti e infusi sono usati per detergere piccole piaghe e ferite e per la disinfezione della cavità orale (usi comunque non approvati).
Dietetico: il timo è una pianta aromatica di tutto rispetto, grazie alle proprietà digestive e carminative si sposa con carni, pesce, sughi, verdure, liquori e aceto e serve a preparare pizze insieme a sesamo e limone. Tisane e sciroppi di timo stimolano l’appetito
Cosmetico: energica azione defatigante sul viso per la presenza di mucillaginie stimolante della circolazione superficiale. L’olio di timo in preparati cosmetici può causare fenomeni allergici.
Preparazione e uso:
Uso interno:
Tisana
Mettere in infusione 1 cucchiaio di erba secca in una tazza di acqua bollente per 10 minuti circa. Filtrare e bere 2-3 tazze durante il giorno.
Uso esterno:
Tintura madre (Soluzione Idroalcolica):
50-60 gocce 2 volte al giorno, sciolte in acqua.
Notizie e curiosità:
Il nome timo può avere varie origini: dal greco thyein che significa profumare in riferimento al profumo aromatico e pungente che emana la pianta, oppure dal greco thumon che significa ciò che è preso in sacrificio in riferimento all’usanza di bruciare la pianta durante i riti religiosi. Il timo era una pianta ben nota agli Egizi, i quali lo utilizzavano nell’imbalsamare i defunti. Infatti pensavano che i suoi fiori rappresentassero l’anima dei morti; oggi invece si sa che grazie al suo olio essenziale, dalle potenti proprietà antimicrobiche, è in grado di inibire la proliferazione batterica. Il timo assieme a lavanda, rosmarino e salvia entrava nel famoso aceto dei quattro ladroni, panacea universale usata soprattutto durante le pestilenze.
Non mancano diverse leggende tradizionalmente legate a questa pianta perenne, già dai tempi dell’Antica Grecia: allora si narrava infatti che il timo fosse stato generato dalle lacrime di Arianna, disperata per essere stata abbandonata dell’amato Teseo. Il pianto di Arianna col suo profumo finì con l’attirare Dionisio, che la prese poi in sposa.
In Grecia il timo era anche considerato un simbolo di coraggio, tanto che i soldati greci erano solti strofinarsi delle foglie di timo sul petto oppure bagnarsi con acqua di timo prima di andare in battaglia.
Anche per gli antichi romani, il timo era una pianta importante, usata sia nella conservazione dei cibi, che per purificare l’aria degli ambienti chiusi o anche aromatizzare i formaggi.
Anche nei secoli medievali, il timo veniva visto come portatore di fortuna in battaglia e spesso sulle insegne dei loro cavalieri veniva ricamata un’ape posata sui fiori di questa pianta.
Il Timo maggiore in cucina:
Il timo in cucina viene usato come aroma (condimento) o come tè. Si raccolgono i fiori e le foglie che vengono usati per insaporire minestre e carni.
AVVERTENZA
In caso di assunzione di dosi eccessive di olio essenziale potrebbero insorgere mal di testa, nausea e vomito.
Il timo e i prodotti che lo contengono non devono essere usati in caso di allergia nota alla pianta stessa e/o ad uno o più dei suoi componenti o dei componenti del prodotto a base di timo che si vorrebbe assumere.
L’uso del timo e dei prodotti che lo contengono andrebbe evitato anche in caso di gastrite, ulcera peptica, dermatiti (uso esterno).
A scopo precauzionale, si sconsiglia l’utilizzo del timo anche in gravidanza e durante l’allattamento.
Inoltre, l’olio essenziale di timo potrebbe esercitare effetti stimolanti sulla ghiandola tiroide; per questa ragione, i pazienti affetti da un qualsiasi tipo di disturbo tiroideo – prima di assumere il timo o preparazioni che lo contengono – devono preventivamente chiedere il consiglio del proprio medico.
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