Borea ha levigato il cielo
tersa scimitarra d’azzurro.
E in esso s’impigliano l’ombre
dei rami ormai spogli,
la scura invadenza dei monti
che vi si inghiottono.
Lo sguardo
non più impedito da muri di foglie
comanda la valle ,
un mobile lago di nebbia
che avventa i suoi raffi
tra forre e anfratti.
Il giallo , l’ocra e il bruno
trionfano sul verde
ormai marcescente dell’erba
e l’esile cannella
tortile dei chiodelli
si inchina alla raffica.
E il vento scroscia in un borro,
le imposte gemono e scricchiolano
ma lo sparuto uccellino
osa ancora un agile canto
quando le case si accendono di sole.
E vasto e maestoso regna il silenzio
in uno splendido giorno d’autunno
qui , a Fontanarossa.
Antonio Merello
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