Famiglia: Composite
Altri nomi della Calendula :
Fiore di San Pietro, fiore di ogni mese, fiorrancio, garofano di Spagna
Descrizione:
Pianta: erbacea, annuale, alta circa 60 cm
Fusto: eretto, angoloso, leggermente striato, con ramificazioni che partono fin dalla base
Foglie: alterne, mancanti del picciolo, vellutate. Le superiori sono oblunghe, a forma di spatola, piuttosto tenere, di colore verde chiaro; quelle basali lanceolate
Fiori: grandi capolini solitari di colore giallo arancio. La fioritura della specie coltivata è più abbondante, mentre quella della specie selvatica è più aromatica
Frutti: acheni grigiastri con 2 punte sul dorso e sormontati da un ciuffo di peli,
Dove si trova:
E’ una pianta diffusa in tutta l’area mediterranea e nella fascia temperata. Specie molto rustica, cresce in qualsiasi terriccio, preferibilmente permeabile e in posizione soleggiata. È facile trovarla nei campi, nelle vigne, nei giardini.
Parti utilizzate:
Le foglie e i fiori
Tempo di raccolta e conservazione:
La raccolta si effettua in primavera-estate.
Come si conserva: ottimale è l’uso a fresco. Se invece si vogliono conservare le foglie e i fiori (che devono essere colti nel periodo di. massima fioritura) si devono fare asciugare all’ombra e poi riporre in sacchetti di tela o barattoli di vetro al riparo dalla luce.
Come si coltiva:
Si semina in autunno per ottenere una fioritura anticipata e piante più robuste: nelle regioni settentrionali la semina si effettua in primavera.
Principi attivi:
Della Calendula si utilizzano tutte le parti della pianta che sono ricche di principi attivi preziosi per la pelle: vitamina C, olio essenziale, flavonoidi (narcissina e rutina), resina, mucillagine, carotenoidi, triterpenoidi e saponine. La colorazione tipica del fiore è rappresentata da un pigmento che ha come componenti principali licopene, vilaxantina e betacarotene (che, insieme a luteina e zeaxantina, è un potente antiossidante).
La tintura madre di Calendula ha un elevato concentrato di vitamina A, mentre l’estratto di fiori di Calendula si contraddistingue per la presenza di ben 15 aminoacidi: alanina, arginina, acido aspartico e acido glutammico, asparagina, valina, istidina, leucina, lisina, prolina, serina, tirosina, treonina, metionina e fenilalanina.
Proprietà:
La calendula vanta un’azione antinfiammatoria, antisettica e cicatrizzante su pelle e mucose. E’ adatta per uso esterno e per uso interno, regolarizza il ciclo e protegge l’apparato digerente.
Per uso interno, generalmente come tintura madre o macerato glicerinato, viene impiegata nelle disfunzioni dell’apparato genitale femminile, poiché aumenta le mestruazioni scarse e diminuisce quelle abbondanti. Ha azione antispasmodica sui dolori mestruali e addominali. La proprietà antinfiammatoria agisce sulle irritazioni delle mucose, data la presenza delle mucillagini, ed è quindi indicata in caso di colite, gastrite, ulcere e qualunque patologia a carico dei tessuti interni.
Per uso esterno le sue attività antinfiammatorie, antisettiche, cicatrizzanti, rinfrescanti, emollienti e dermopatiche la rendono il rimedio elettivo per scottature, ferite, arrossamenti e irritazioni della pelle, delle ulcere della bocca e per infiammazioni gengivali.
Preparazione e uso:
USO INTERNO
Infuso
1 cucchiaio raso di calendula, 1 tazza d’acqua
Versare i fiori di calendula nell’acqua bollente e spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo in caso di spasmi addominali o dolori mestruali e di infiammazioni del sistema gastro-intestinale.
USO ESTERNO
Olio di calendula
100 gr di fiori di calendula secchi, ½ l di olio di mandorle dolci.
Mettete la calendula in un barattolo di vetro dotato di coperchio ermetico, coprite i fiori con l’olio e chiudete il barattolo. Una volta al giorno scuotete il barattolo. Dopo 30 giorni, filtrate l’olio attraverso una tela leggera, o una garza. Spremere il residuo. Conservate in una bottiglia di vetro scuro, in un luogo fresco al buio. L’oleolito di calendula è utile per la sua azione cicatrizzante e antinfiammatoria: favorisce la rigenerazione della pelle ed è un ottimo lenitivo e calmante. Utile anche per le dermatiti da pannolino!
Tintura madre di calendula
100 ml di alcol al 50/70%, 80 gr di fiori freschi di Calendula
Tritate finemente i fiori e trasferiteli in un contenitore ermetico insieme all’alcol. Fate riposare la tintura per 21 giorni scuotendo di frequente. Filtrate, quindi, e conservate in bottiglie scure in un luogo fresco, al riparo dalla luce.
Notizie e curiosità:
Il nome «calendula», del resto, deriva dal latino calendae, termine con il quale si indicava il primo giorno del mese, proprio a significare che i fiori di questa pianta si rinnovano di continuo.
La calendula era molto nota ai Romani, che la usavano soprattutto come sostituto dello zafferano. Quest’ultimo, infatti, era molto costoso, e solo pochi privilegiati potevano permettersi di usarlo per insaporire le vivande.
Nei secoli passati fu coltivata anche per la sua funzione di «barometro» naturale: già nel Medioevo, infatti, era stato notato che il fiore si apriva all’alba solo quando l’aria era perfettamente asciutta (e quindi probabilmente non avrebbe piovuto).
Secondo invece un’antica usanza germanica, le ragazze erano solite piantare la calendula nelle orme lasciate dall’amato: siccome la pianta ha una fioritura assai prolungata, si riteneva che così facendo l’affetto tra i due innamorati non si sarebbe mai spento.
La Calendula in cucina:
Le foglie della calendula vengono usate nelle insalate miste, mentre i fiori, di un vivace
giallo-arancio, hanno una doppia funzione: quella di insaporire e quella di dare una piacevole
nota di colore ai piatti. In epoche remote, in virtù di una vaga similitudine, la calendula ha trovato utilizzo anche come surrogato dello zafferano.
AVVERTENZA
Se vi apprestate ad utilizzare la Calendula per la prima volta, fate una prova su una piccola zona del corpo così da constatare l’insorgere o meno di reazioni allergiche.
La Calendula potrebbe generare problemi in chi soffre di allergia all’ambrosia o ad altre piante della famiglia delle Compositae.
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