Famiglia: Asteraceae (Compositae)
Altri nomi del Fiordaliso :
Ambretta, balzarea, battisciola, battisocere, battisegala, biavettina, bluet, cenneghetta, fioralis, fior campese, fior d’gran, garofano da campo, garofan d’gran, garofaneddu azzulu, garofali sclesc, mureghetta, sciuri da nasi, strassasac.
Descrizione:
Pianta dallo stelo sottile, che raggiunge anche il mezzo metro di altezza. Ha fiori composti, di colore azzurro intenso, e foglie molto sottili ricoperte di una lieve lanugine.
Dove si trova:
Cresce dalla regione mediterranea fino a quella montana; si trova nei luoghi erbosi, nelle ghiaie negli incolti, ma il luogo più comune sono i campi di grano dove però non siano stati usati diserbanti chimici.
Parti utilizzate:
I capolini.
Tempo di raccolta e conservazione:
Raccolta: Dal mese di maggio si raccolgono prima i fiori, recidendoli appena al di sotto dell’involucro e successivamente le foglie.
Conservazione: I capolini si pongono a seccare all’ombra in un luogo aerato e si conservano in recipienti di vetro o porcellana lontano dalla luce.
Come si coltiva:
Poiché i diserbanti lo stanno facendo progressivamente scomparire, è bene coltivarlo. Si semina a marzo in vivaio e si trapianta, oppure si semina direttamente a dimora in marzo o aprile e successivamente si dirada. Le varie specie di fiordaliso coltivate si dividono in due gruppi: quelle nane, utilizzate per bordure di giardini e aiuole; quelle giganti, utilizzate come fiori recisi. Su questa specie i fiori possono anche essere rosa, rossi, porpora o bianchi.
Principi attivi:
Flavonoidi, antociani, pectine.
Proprietà:
Leggermente astringenti, antiinfiammatorie, diuretiche, tossifughe.
Questa comune pianticella dal fiore di un azzurro caratteristico ha un valido impiego in campo oculistico. La sua acqua distillata, peraltro non ottenibile con procedimenti domestici, viene usata come collirio astringente per gli occhi arrossati; nella pratica erboristica casalinga si può impiegare l’infuso per un trattamento esterno decongestionante disarrossante delle palpebre e delle zone attorno agli occhi.
Analoga azione antinfiammatoria viene esercitata sulle mucose della bocca e della gola. Per uso interno si può impiegare il Fiordaliso come blando tossifugo, diuretico, e astringente intestinale. L’azione astringente e antinfiammatoria è dovuta prevalentemente alla presenza di polifenoli, tra cui flavonoidi e antociani; questi ultimi sono responsabili del bel colore azzurro dei petali.
Preparazione e uso:
Uso interno:
Come astringente intestinale, leggero diuretico.
Infuso
2g in 100 ml di acqua. Una due tazzine al giorno
Decotto
Raccogliete una manciata di sommità fiorite di fiordaliso durante l’estate, fatele essiccare al sole.
Mettetele in 1/2 litro d’acqua, fate bollire per qualche minuto e lasciate macerare fino a completo raffreddamento: abbiate cura però di dolcificare con miele o zucchero quando il liquido è ancora caldo.
Vino di fiordaliso
Mettete a macerare 50 g di fiori di fiordaliso essiccati e ben tritati per 80 giorni in 1 l di vino bianco.
Agitate spesso durante la macerazione, infine colate e filtrate attraverso una tela.
Uso esterno:
Per palpebre, mucose della bocca e della gola infiammate.
Infuso
5g in 100 ml di acqua. Fare impacchi palpebrali, sciacqui e gargarismi.
Uso cosmetico:
Una manciata di fiori nell’acqua calda del bagno è utile per le pelli delicate e arrossabili.
L’infuso è un buon tonico astringente per il viso
Notizie e curiosità:
Deve il nome al centauro Chirone che, secondo la leggenda, era esperto di medicina. Cyanus deriva dal greco e vuole dire “azzurro”. Il nome fiordaliso invece ha poco a che vedere la centaurea perché deriva dal francese “fleur de lys” (fiore del giglio), in quanto il giglio era il fiore dei regnanti di Francia, i Borbone. Il fiordaliso vero era il fiore degli imperatori tedeschi Hohenzollern.
Il Fiordaliso in cucina:
Il fiordaliso viene sempre utilizzato previa cottura, soprattutto come componente di altre misture. Il gusto non è dei più eccelsi: pertanto serve come riempitivo di una raccolta poco abbondante di altre erbe sicuramente più gustose. I fiori entrano nella composizione di amari di erbe digestivi.
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