Paese mio

Rivedo le casupole
sbrecciate; i muri stinti,
le vigne rampicanti
sull’aia
i visi della gente dei campi.
Ripenso agli anni della mia
gioventù
ai prati verdi,
ai boschi dove il muschio
faceva tappeto,
alle fontane
dove l’acqua dissetava
le gole
arse per i canti gioiosi
dove nei secchi picchiettava
argentina.
Nulla è rimasto.
Erbe e fiori ha distrutto
il cemento.
La gente si è vestita a festa,
non coltiva i campi,
non siede più la sera
sull’aia
e le canzoni più non canta
alla luna.
Nei boschi sterpi e rovi hanno sfrattato
il muschio
solo serpi striscianti dimora ne fanno
per gli assolati giorni d’estate.
Anche l’acqua ha deviato
il suo corso,
zampilla negli acquai dei
condomini
non ha più il sapore di
un tempo
odora di cloro, di progresso, di nuovo,
come nuovi sono i sogni
dei bimbi.

Caterina Repetti Chiaramonte

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