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Fontanarossa nel 1892 

Il mattino del sabato da Pey raggiunsi il ciglio della catena che sorge fra Scrivia e Trebbia , ma pervenuto sopra il villaggio di Artana mi fu d'uopo scendere fino ad esso e risalire poi di là , come ebbi fatta la mia refezione , sul ciglio della montagna. Oltrepassate le Capanne di Carrega cominciai a discendere , lasciando sopra me la solitaria cappella delle Tre Croci che separa le valli del Terenzone e del Cassingheno.
Dal ciglio della costiera cominciai ben presto a scendere obliquamente a sinistra , verso la valle del Terenzone e , fra mezzo a bei castagneti a prati e a campi , giungevo a Fontanarossa , fatta un'ora e mezzo di via dalle Capanne di Carrega. Fontanarossa , che è la frazione più grossa , più ricca e più importante del comune di Gorreto , ha da sola una popolazione che supera quella delle altre tre frazioni riunite , dir voglio della borgata di Gorreto posta giù lungo la Trebbia allo sbocco del Terenzone e di quelle di Alpe e Varni poste più verso le sorgenti del Terenzone.Per questa sua maggiore ragguardevolezza , per la sua posizione più centrale essa reclama il grado di capoluogo del comune , alla quale aspirazione forse indarno si opporrà il Gorreto , quantunque esso vanti e la tradizione secolare e la contiguità della strada nazionale , ragioni che non so se valgano a controbilanciare l'esiguità della sua popolazione e la distanza da tutte le altre frazioni.
Posta quasi in piano sull'alto dè poggi verdeggianti ed ombrosi , che con dolce declivio fiancheggiano a destra la Valle del Terenzone , ma molto sotto ancora del ciglio che la separa dal Cassingheno , si trova Fontanarossa a 943 metri sul livello del mare ; lieta d'ampio orizzonte offre una vista che si estende dalla cima del Carmo di Carrega fino alle selvose alture che la Trebbia dividono dall'Aveto; i piani e vastissimi boschi di castagni che ha di sotto non hanno forse confronto in tutto l'Appennino ligure vuoi per la loro estensione , vuoi per l'aspetto prospero e rigoglioso dei grossi alberi onde sono formati , e ti rammentano i magnifici castagneti delle valli alpine ; dal villaggio , avanzandosi solo dieci minuti per comodo sentiero , si vede raddoppiata la bellezza e l'incanto del panorama che abbraccia d'un tratto tutta la vasta e pittoresca vallata della Trebbia , nella quale l'occhio del forestiero viene in particolar modo attratto dalla vista dei due vaghi villaggi di Rovegno e dell'Isola , che bellamente si mostrano fra i castagni e i pioppi della Trebbia.Io credo che , se l'ora di cammino che disgiunge Fontanarossa sia dal Gorreto sia dall'Isola di Rovegno , pei quali due villaggi passa ogni giorno la corriera postale di Ottone , fosse non per negletti sentieri di montagna ma per una buona strada carrozzabile , se invece di qualche misera osteria alpestre vi sorgessero alcuni buoni alberghi e qualche casa un pò civile , potrebbe diventare quel villaggio un importante luogo di villeggiatura alpina .E soprattutto troverebbero i forestieri una colta e amabile compagnia nel rettore Don Rivabella , in cui la bontà dell'animo e il sentimento dell'ospitalità sono congiunti a quella squisita delicatezza di modi che ti rivela a primo colpo l'uomo nato in famiglia signorile ed allevato non fra la solitudine dè monti ma fra gli eleganti consorzi delle città o dè borghi circonvicini.Degno quindi di maggior encomio questo ministro dell'altare per avere saputo dagli agi della nativa pianura del Po e di grembo alla sua ragguardevole famiglia trasferirsi in servizio della Chiesa , alla vita incomoda e solitaria della montagna , abbella della sua presenza il villaggio alpestre di Fontanarossa , qual fiore che , cresciuto ai miti tepori delle regioni temperate spanda di sé , fra gli orti delle nordiche terre , ove sia stato trasportato ad arte , soave ed incognita fragranza.
La bella e cordiale accoglienza che mi fece quel caro rettore e con esso una signorina gentile ed aggraziata che gli è sorella e che allora si trovava a villeggiare in quel pittoresco paese , non potrei certo ritrarre con parole a pieno , ma mi resterà sempre impressa nell'animo , come sempre ricorderò la eleganza e il buon gusto (troppo rari fra i monti) con cui è arredata la sala della canonica di Fontanarossa : eleganza e buon gusto che basterebbero a farti l'elogio di colui che vi dimora.Mi accompagnò l'egregio rettore , di cui fino al mattino seguente fui ospite fortunato , a visitare la nuova chiesa parrocchiale che è fra la più ampie dei monti e vanta un bel pavimento ed alcuni dipinti di autori insigni ; e mi additò la lontananza fra la romita solitudine dè castagneti , l'antica chiesa , presso la quale , ottemperando largamente alle giuste , ma non sempre rispettate , esigenze della legge sanitaria circa la distanza dall'abitato , sorge il cimitero del villaggio.Notai in Fontanarossa come le donne e le fanciulle colle le loro giacchette dal rosso vivace , che le fa bellamente spiccare da lungi , rendano forse incosciente omaggio al nome del loro paese.
Il mattino della domenica mi separai , non senza rammarico , dal caro Don Rivabella e , cortese- mente accompagnato da un diacono di Fontanarossa , cominciai a salire la costiera che si interpone fra quella vallata ed il Cassingheno ; e giunto dove fra mezzo ad alti poggi dolcemente inclinati e rivestiti di soffici zolle erbose sorge un vasto e incavato bacino cui la forma e l'acque copiose , che racchiude in primavera , meritano il nome di lago , toccai in breve il ciglio del monte di Costa Alta , la cui vetta sorge sul mare di 1314 metri e là , detto addio al cortese compagno , iniziai la discesa verso Fascia.