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Sul finire del '900 la terra non bastava a mantenere
tutti gli abitanti di Fontanarossa.
Erano tempi duri e le persone che non emigravano si ingegnavano
in lavori che oggi farebbero ridere di sufficienza. Ad esempio robuste
squadre di giovanotti, i "resegotti", alternavano ai lavori
dei campi quello di ridurre con rudimentali seghe a telaio, manovrate
abilmente a forza di muscoli, i grossi tronchi di castagno in tavoloni
usati nelle costruzioni di pareti e pavimenti nelle case; i mattoni,
è ovvio, erano cosa rara e costosa e comparvero solo decenni
più tardi.
Altri si specializzavano nella potatura e nell'innesto di piante
ed erano, per la loro abilità, ricercati anche nei paesi
vicini; forse il miglior potatore di tutti i tempi fu il bravo "Mariocca",
e spesso era chiamato a compiere delle "giornate" a Borgo
come ad Alpe, a Gorreto come a Barchi per piantare, potare, innestare
alberi di ogni genere.
Per anni i forti uomini del paese, nei mesi di magra, si recavano
nell'alessandrino (a piedi attraverso i monti) a tagliare piante,
a spaccare a colpi di scure i grossi tronchi destinati al riscaldamento
di Torino, Asti, Alessandria o a far traversine per le linee ferrate.
La stagione durava circa tre mesi ed erano fortunati quelli che
potevano portare in famiglia qualche "marengo" e pochi
"scudi".
Molti poi partivano da Fontanarossa a piedi per andare alla fiera
di S. Agata e di San Pietro a Genova per vendervi formaggio casalingo
e i più fortunati anche grano: il viaggio durava circa dieci
ore attraverso i monti e il carico, a volte di 50 Kg., portato a
spalle; da un rubbio di formaggio (8 kg. di oggi) si ricavava uno
scudo (5 Lire di allora).
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Le
donne, specialmente le giovani ma non soltanto loro, andavano
ai "risi" fin nel lontano vercellese dove, con un
lavoro snervante di dieci e più ore giornaliere (il
vitto era solo polenta e gli alloggi erano baracche), protratto
per circa sei settimane, riuscivano a risparmiare qualcosa
sulla magra paga e a portare a casa qualche "rubbo"
di buon riso.
Durante l'inverno le giovani scendevano in città per
fare le donne di servizio a 10 e 15 Lire al mese; in estate
però abbandovano tale cuccagna per tornare al paese,
per accudire al lavoro dei campi.
Quanta fatica per trovare quel fascio d'erba giornaliero!
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Allora il fieno scarseggiava in quanto molte
centinaia di mucche si contendevano l'erba dei pascoli. C'era poi
da confezionare il pane, la pasta, il burro, il formaggio e accudire
alla famiglia, ai figli, alle stalle, al pollaio. L'attività
delle nostre donne era davvero instancabile ed opprimente. Nonostante
ciò il denaro scarseggiava perchè tutto si ricavava
dal lavoro dei campi: felice la famiglia che poteva recarsi per
tutto l'anno al vecchio mulino per la macinazione del grano.
Eddi Biggi
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