Casupole di Val Trebbia
Sono a gruppi , si tengono per mano ,
non si vogliono lasciare.
I muri si confondono in un abbraccio ;
scomposte dal tempo le tegole dei tetti
hanno cambiato colore ;
le finestre chiuse , le porte aperte
testimoni solitarie d'abbandono ,
dimenticate dall'uomo
che ignora tradizioni , sogni e ricordi.
Aleggiano tra i muri sbrecciati
fantasmi di un tempo passato ,
visi cari , fantasmagoriche storie ,
favole meravigliose ;
miriadi di volti
si confondono , si perdono nel nulla.
Caterina Repetti Chiaramonte
Trebbia
Parlami ancora, fiume
raccontami ora,
dei secoli passati,
di quando rigiutasti
le guerre e le battaglie.
Di quando con le piene
rivelasti il tuo furore
e del terrore
che spesso ti riserva l'uomo.
Confidati con me,
lo so che la tua ira
è solo una difesa.
Capisco i tuoi timori,
sento la tua paura.
Ma continua così,
seminando il tuo ardore,
difendi la tua vita
con impeto e rumore.
Accetta la tua sposa,
se dal cielo scende,
e unisciti a lei
col solito clamore.
Franca Oberti
Appennino
Cascate di latte
dai fianchi dei monti
svelano cascine
ancora addormentate.
Sui vetri fumosi,
di finestre opache,
primi raggi di sole
alternano le braci
dei camini già spenti.
Nuvole di cotone
sugli alti picchi,
velieri fantasmi,
viaggiatori eterni
del tempo.
Rintocchi di campane
svelano anime
avvolte ancora
nell'illusione
di un sogno.
Franca Oberti
Sul fiume Trebbia
E quando magica
scende la sera,
tra i massi verdeggianti,
dove l'acqua
trascolora,
ritorna l'antico desiderio
di far parte del fiume.
Come folletto acquatico,
cittadina di un regno
dove le fate
esistono ancora,
dove sogni bambini
risorgono dalle tenebre
di una nuova notte
che avanza.
Franca Oberti
A tajà erba
(in dialetto di Sanguineto di Marsaglia)
"Ardì che lampa...
...senta, u tron!"
"L'è u diau
cu batta a donna!"
I dsivan i'ommi
pe das curaggio.
"Curimmo a ca"
piansivan e fioere,
intanto es cruvivo
pe parase i cavei.
E via d'cursa.
E piuviva ancamò
che Dio la mandava.
Quando s'erme a cà
s'erme bagne c'me pulein,
scure c'mi pagni lavè.
Ma s'erme fioere zuvne
ancamò alegre e cuntente
a d'vive in c'la manera lè.
Franca Oberti
Danza di falce
Tic, tic, tic,
tic, tic, tic
cadenzato ritmo
di martelli contadini
che battevano lame,
affilando falci.
Un rito tribale,
un suono che accompagnò
la mia infanzia a Fallarosa.
Negli angoli ombrosi,
sotto i noccioli
o davanti agli usci,
uomini con mani ruvide e
dai rari sorrisi,
lavoravano lune d'argento
per recidere l'erba.
Quasi una danza guerriera
da ballare a piedi nudi sull'aia:
tic, tic, tic, tic, tic, tic.
Palpito di cuore...
Trasformare in note
un rumore che ora
non si sente più
Elisabetta Robert Castagnola
Ampia Natura
Non so cos'altro mi rapisca il cuore
se non famiglia e questi monti miei,
e il lago, che sempre parla d'amore:
quanto vi scorgo! E mai io me n'andrei
da quel sito; vasta pace interiore
dona: fuor del tempo, vi resterei.
Ecco l'airone! E i chiari flutti; e l'ore
scorron leste, pesci guizzanti, rei
di rapire il mio intelletto. Che resta
del fuggiasco viaggio? Altra ventura
chiama, altro tempo è padre e s'appresta:
da queste fronde, scorgo una pianura
d'anima; nessun giammai mi ridesta:
lieto magnificar d'ampia Natura!
Piero Donato
Lago
Onde vibratili
sfiorate.
E' silenzio vivo
(ciuffi d'acqua: animali madreterra).
Mi addentro.
Nel vento
(volatili)
echeggiano motivazioni del Qui.
Piero Donato
(Da "Utopia di fine Novecento" -
Ibiskos Editrice, Empoli 1997)