In questa sezione troverete alcune poesie
, la maggior parte scritte da Antonio
Merello, che esprimono nel migliore dei modi le sensazioni
che si possono provare a Fontanarossa. Provate a farvi leggere
queste poesie e chiudete gli occhi mentre le ascoltate : se
siete del paese rivivrete emozioni che avete già provato
a Fontanarossa in una bella giornata primaverile o in una
fredda giornata d'inverno , sentendo l'odore di legna bruciata
o ammirando l'azzurro del cielo.
Se invece non conoscete il nostro paese potrete capire cos'è
che ce lo fa amare così tanto.
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San Giacomo apostolo
(25 luglio 1973)
Lé u meise de Luglio
Ghè tantu da fà,
Ghè a merga e patate
I faxiué da sappà
Ghe fen da pretuttu
Tagliuò e da taglià,
In-te gl’arsgi in-ti prò
E l’aia l’imbruoglià.
Cun gabbie e curdamme,
E liese e gabbium,
Rastieli e criatte
Ramme, furche, furcun
I passu i segòu
Cu-è criatte lixenti,
I martieli in te spalle
A zigaretta in ti denti.
U mandilu du pan
E a butiglia du vin,
U salame u frumaggiu
U quà au zenturin
Gl’en magri sti omi,
Però dande i brancu te sesci!
Per burla o indavei,
De di, e stelle te vexi;
Sti omi sti zueni, figliué!
Cuose che stentu a capì,
I vardu, i stimu, i remiru
Ma i mancu sempre de pi.
L’è vueiu u paeise
Ghe resta puochi vixin
Tra puoc’agni prevessu,
Né ghe sarà pi niscin.
In puochi, i van oura
A segà in ta Priusa
In ta Costa u-Peiresu,
In ta Stampa a Ciappusa.
Chi, da-valle-de Masgiere
I taccu pi a bassu,
In Valle-da-Viegia
Pe arvì e, fase u passu
U-pro da Giexa Viegia
A Guriela e Sparin
Fregunaia – li a turnu
Tutti prò squexi vixin.
I se largu pué pi a bassu,
Sutta u Pésu tutt-a-turnu,
Cuscì l’Oebbiu, u-Giarin
Adaxiu, in può pe giurnu.
Canévaviegia – Braia
Arbiué du Carazin,
Puariele-u – Scabiunielu
E tutti i prò li vixin.
In tu Frasca-Surecà
In-na-Gure, u Gangaiué
Curnaretti Val-da-Crusce,
I ghe dan quantu se pué.
Pi aetu, in può pin-in-la,
L’alta Braia li vexin
Ai pasculi-li-in miesu;
Via piana dei Poulin.
Ma dopu a Pria Buesa
La sutta i Runchetti,
Versu Valle de Vaten
Su-lu-prieie, sciti, secchi.
Ancu, pi a aetu, u munte
Tantu grande tantu bellu
Numinuò munte Cavallo,
Né ghé munte cume quellu
Ma pe ben descrivelu
Ne ghe-vué sta tiritera
Ghe-vué atru du-dialettu
De stu scrittu, de sta sera.
Don Silvio Moscone
Fontanarossa
Il punto esclamativo
d'un campanile
in un tortuoso periodo
di case sbrecciate :
una macchia di calce viva
sopra un tappeto verde .
Un grumo di stupito
silenzio
dentro un gorgo di frastuono ,
un lembo intenso d'azzurro
in un tumulto di crucci.
Questo è lo spasimante nido
cui i miei pensieri volano ,
ansiosi di covarvi
semi d'incantata Poesia.
Antonio Merello
Brutto tempo a Fontanarossa in un giorno
d'autunno
Un'alba corrucciata
su di un giorno livido :
l'iroso scirocco rotola
cumuli di nuvole
che in alto ribollono,
densi sudari di nebbia
si impigliano nei camini :
odore di legno che brucia
si spande sul rosso dei tetti,
sui cedri maestosi,
sugli abeti all'assalto dei cieli,
sul pino possente
che tende a scomparire.
La punta del campanile
è un dito sottile che fruga,
incerta , il vapore
mentre scheletrici rami
invocano invano un poco
di caldo e di sole.
E' una tetra giornata d'autunno
qui , a Fontanarossa.
Antonio Merello
Bel tempo a Fontanarossa
in autunno
Borea ha levigato il cielo
tersa scimitarra d'azzurro.
E in esso s'impigliano l'ombre
dei rami ormai spogli,
la scura invadenza dei monti
che vi si inghiottono.
Lo sguardo
non più impedito da muri di foglie
comanda la valle ,
un mobile lago di nebbia
che avventa i suoi raffi
tra forre e anfratti.
Il giallo , l'ocra e il bruno
trionfano sul verde
ormai marcescente dell'erba
e l'esile cannella
tortile dei chiodelli
si inchina alla raffica.
E il vento scroscia in un borro,
le imposte gemono e scricchiolano
ma lo sparuto uccellino
osa ancora un agile canto
quando le case si accendono di sole.
E vasto e maestoso regna il silenzio
in uno splendido giorno d'autunno
qui , a Fontanarossa.
Antonio Merello
Inverno a Fontanarossa
Un sospiro di vento
dentro a un camino
raggomitolato in uno sbuffo di fumo
anelante l'uscita,
nelle narici
orma acre di fumo
che sa di polenta.
Pennellate compatte di grigio candore
dai gradoni dei monti
su su fino alle cime...
profili bianchi di stocchi e di rami
nerastri
impigliati nel piombo del cielo,
candore lattescente sulle pareti
che vibrano luce dovunque
e indagano sul bruno soffitto..
Cristallo fragilissimo di silenzio
infranto dal pettirosso,
rumori felpati ed echi ovattati
lontani..lontani..lontani
eppure vicini,
sanno di case,pianori,vallate,montagne,
in questa quiete irreale.
Ancora un pettorosso tintinna
saltellante gli stocchi
per becchettare su un davanzale
pietoso
provvide micoline di pane.
Neve a Fontanarossa!
Neve calma ,austera,solenne,
neve che protegge dal gelo.
Neve.
Antonio Merello
Primavera a Fontanarossa
Un pennello di tramontana
stende in lunghe folate
il cobalto nel cielo
e ruzzando su chiazze di neve,
tenaci nell'ombra,
si impregna di bianco che sparge
su gemme bramose,
sui pronubi prati,
cui dona l'aroma dei narcisi stellati.
Tutto è nuovo :
il brillio delle tegole rosse,
l'argento aguzzo dei rivi,
i nidi appena tessuti
per prole vorace
ma sopra tutto il sole è appena nato.
Tesori di canto,
accenni di suoni
incrinano appena il fatato silenzio :
è primavera, qui, a Fontanarossa.
Antonio Merello
Fontanarossa d'estate
Lo strascico serico del vento
fruscia
tra gli interstizi degli embrici :
le vespe ronzano alacri
sotto lo spiovente del tetto
gremito d'ombre e di larve.
Lontano una sega stride
sul legno che scalderà l'inverno,
un trattore pulsa in salita
giù nella valle.
Altissima
nell'azzurro sbiadito del cielo
una striscia slabbrata
di bianco vapore,
riga tracciata dalla mano di un bimbo
che subito si cancella.
Un'eco di voci lontane
rompe il silenzio della canicola.
Le case , gatti pigri che sonnecchiano
vigili,
gustano il sole d'agosto
in attesa non troppo remota
di nebbie e pruine.
Pomeriggio di mezza estate
in un paesino accovacciato
fra boschi di pini e castagni,
un paesino reale
per chi ama le fiabe.
Antonio Merello
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