Il mattino del sabato da Pey raggiunsi
il ciglio della catena che sorge fra Scrivia e Trebbia ,
ma pervenuto sopra il villaggio di Artana mi fu d'uopo scendere
fino ad esso e risalire poi di là , come ebbi fatta
la mia refezione , sul ciglio della montagna. Oltrepassate
le Capanne di Carrega cominciai a discendere , lasciando
sopra me la solitaria cappella delle Tre Croci che separa
le valli del Terenzone e del Cassingheno.
Dal ciglio della costiera cominciai ben presto a scendere
obliquamente a sinistra , verso la valle del Terenzone e
, fra mezzo a bei castagneti a prati e a campi , giungevo
a Fontanarossa , fatta un'ora e mezzo di via dalle Capanne
di Carrega. Fontanarossa , che è la frazione più
grossa , più ricca e più importante del comune
di Gorreto , ha da sola una popolazione che supera quella
delle altre tre frazioni riunite , dir voglio della borgata
di Gorreto posta giù lungo la Trebbia allo sbocco
del Terenzone e di quelle di Alpe e Varni poste più
verso le sorgenti del Terenzone.Per questa sua maggiore
ragguardevolezza , per la sua posizione più centrale
essa reclama il grado di capoluogo del comune , alla quale
aspirazione forse indarno si opporrà il Gorreto ,
quantunque esso vanti e la tradizione secolare e la contiguità
della strada nazionale , ragioni che non so se valgano a
controbilanciare l'esiguità della sua popolazione
e la distanza da tutte le altre frazioni.
Posta quasi in piano sull'alto dè poggi verdeggianti
ed ombrosi , che con dolce declivio fiancheggiano a destra
la Valle del Terenzone , ma molto sotto ancora del ciglio
che la separa dal Cassingheno , si trova Fontanarossa a
943 metri sul livello del mare ; lieta d'ampio orizzonte
offre una vista che si estende dalla cima del Carmo di Carrega
fino alle selvose alture che la Trebbia dividono dall'Aveto;
i piani e vastissimi boschi di castagni che ha di sotto
non hanno forse confronto in tutto l'Appennino ligure vuoi
per la loro estensione , vuoi per l'aspetto prospero e rigoglioso
dei grossi alberi onde sono formati , e ti rammentano i
magnifici castagneti delle valli alpine ; dal villaggio
, avanzandosi solo dieci minuti per comodo sentiero , si
vede raddoppiata la bellezza e l'incanto del panorama che
abbraccia d'un tratto tutta la vasta e pittoresca vallata
della Trebbia , nella quale l'occhio del forestiero viene
in particolar modo attratto dalla vista dei due vaghi villaggi
di Rovegno e dell'Isola , che bellamente si mostrano fra
i castagni e i pioppi della Trebbia.Io credo che , se l'ora
di cammino che disgiunge Fontanarossa sia dal Gorreto sia
dall'Isola di Rovegno , pei quali due villaggi passa ogni
giorno la corriera postale di Ottone , fosse non per negletti
sentieri di montagna ma per una buona strada carrozzabile
, se invece di qualche misera osteria alpestre vi sorgessero
alcuni buoni alberghi e qualche casa un pò civile
, potrebbe diventare quel villaggio un importante luogo
di villeggiatura alpina .E soprattutto troverebbero i forestieri
una colta e amabile compagnia nel rettore Don Rivabella
, in cui la bontà dell'animo e il sentimento dell'ospitalità
sono congiunti a quella squisita delicatezza di modi che
ti rivela a primo colpo l'uomo nato in famiglia signorile
ed allevato non fra la solitudine dè monti ma fra
gli eleganti consorzi delle città o dè borghi
circonvicini.Degno quindi di maggior encomio questo ministro
dell'altare per avere saputo dagli agi della nativa pianura
del Po e di grembo alla sua ragguardevole famiglia trasferirsi
in servizio della Chiesa , alla vita incomoda e solitaria
della montagna , abbella della sua presenza il villaggio
alpestre di Fontanarossa , qual fiore che , cresciuto ai
miti tepori delle regioni temperate spanda di sé
, fra gli orti delle nordiche terre , ove sia stato trasportato
ad arte , soave ed incognita fragranza.
La bella e cordiale accoglienza che mi fece quel caro rettore
e con esso una signorina gentile ed aggraziata che gli è
sorella e che allora si trovava a villeggiare in quel pittoresco
paese , non potrei certo ritrarre con parole a pieno , ma
mi resterà sempre impressa nell'animo , come sempre
ricorderò la eleganza e il buon gusto (troppo rari
fra i monti) con cui è arredata la sala della canonica
di Fontanarossa : eleganza e buon gusto che basterebbero
a farti l'elogio di colui che vi dimora.Mi accompagnò
l'egregio rettore , di cui fino al mattino seguente fui
ospite fortunato , a visitare la nuova chiesa parrocchiale
che è fra la più ampie dei monti e vanta un
bel pavimento ed alcuni dipinti di autori insigni ; e mi
additò la lontananza fra la romita solitudine dè
castagneti , l'antica chiesa , presso la quale , ottemperando
largamente alle giuste , ma non sempre rispettate , esigenze
della legge sanitaria circa la distanza dall'abitato , sorge
il cimitero del villaggio.Notai in Fontanarossa come le
donne e le fanciulle colle le loro giacchette dal rosso
vivace , che le fa bellamente spiccare da lungi , rendano
forse incosciente omaggio al nome del loro paese.
Il mattino della domenica mi separai , non senza rammarico
, dal caro Don Rivabella e , cortese- mente accompagnato
da un diacono di Fontanarossa , cominciai a salire la costiera
che si interpone fra quella vallata ed il Cassingheno ;
e giunto dove fra mezzo ad alti poggi dolcemente inclinati
e rivestiti di soffici zolle erbose sorge un vasto e incavato
bacino cui la forma e l'acque copiose , che racchiude in
primavera , meritano il nome di lago , toccai in breve il
ciglio del monte di Costa Alta , la cui vetta sorge sul
mare di 1314 metri e là , detto addio al cortese
compagno , iniziai la discesa verso Fascia. |